Vangelo 01.05.2024 (Mt 13, 54-58)

In quel Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la
gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove mai viene a costui questa
sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua
madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e
Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque
tutte queste cose?”. E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse
loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”.
E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
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COMMENTO.
Da dove gli vengono dunque tutte queste cose? Queste cose, cioè questa
saggezza di uno che non ha studiato; questi miracoli, di cui abbiamo
sentito tanto parlare, e poi l’amicizia con tutti, l’incontrare ogni
persona veramente come un fratello, questo guarire passando, guardando e a
volte toccando con amore tutti, anche i rifiutati dalla religione
ufficiale, questo rimettere in piedi gli scartati della società? Dio
sarebbe con lui? Ma allora sarebbe un altro Dio da quello del tempio e
della Legge. Questo nostro fratello, dello stesso nostro sangue, figlio
di quel bravo lavoratore, Giuseppe sposo di Maria, che ha giocato con noi,
lavorato come noi, ha frequentato la sinagoga imparando la Legge, ma già
manifestando qualche dubbio sul come intenderla e metterla in pratica! Ma
dove sta allora la vera religione? Lui, la sua persona, sarebbe Dio con
noi? “E si scandalizzavano per causa sua”. Scandalo per una Chiesa o
dei cristiani (Vescovi, preti, laici) per i quali conta più la dottrina,
la teologia, la verità scritta in formule che l’incontro personale con Gesù
Cristo, Lui che è la Verità, la Via e la Vita. Lui non ha la verità, ma
E’ la Verità, non afferrabile. Scandalo per me quando non so vedere in
ogni altro, in particolare nei poveri, la Presenza di Gesù Cristo, la
carne di Dio; quando detesto me stesso perché debole, scopro che non sono
migliore degli altri. Questa scoperta dovrebbe darmi discreta ma limpida
gioia, non rabbia, come per Charles de Foucauld folgorato da un Dio bambino
a Betlemme, umile e piccolo, da un Dio ‘ragazzo’ di Nazareth, da un Dio che
in Gesù in Croce muore perdonando tutti! “E non fece molti miracoli a
causa della loro incredulità” Ci viene in soccorso Giuseppe, affrontato a
domande enormi, a una situazione ‘impossibile’ umanamente. Giuseppe ci
insegna che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può
operare anche attraverso le nostre forze, ma soprattutto le paure, le
nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle
tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della
nostra barca’. (Patris corde, lettera apostolica di Francesco). Giuseppe
con il suo silenzio ha saputo accogliere gli avvenimenti della vita e
operare con rispetto il bene degli altri. Gli abitanti di Nazareth, parenti
e vicini non avevano fiducia nel figlio di Giuseppe e Maria; conoscendolo
da vicino credevano di conoscerlo a fondo, invece no!. Succede anche a noi
così, se non lasciamo spazio al Mistero di Vita (Allo Spirito) che abita
ogni persona. Vieni ancora Spirito Santo , facci respirare il Vento di
umiltà, di accoglienza, di fiducia nel Padre, nella Vita così da avere uno
sguardo più a fondo e riconoscere gli uomini di Dio e magari esserlo anche
noi.