Vangelo 22.02.2024 (Mt 16, 13-19)
suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o
qualcuno dei profeti». .Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli
disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te
l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei
Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
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COMMENTO.
“Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? » La regione
di Cesarea è lontana da Gerusalemme, dal centro della religione ed è anche
zona pagana ( dal nome dell’imperatore Cesare Augusto). Lì va Gesù e ai
suoi discepoli pone la domanda sulla Sua identità. Un missionario con
spirito veramente evangelico: ‘E’ nella tribù dei Wagogo – non cristiani,
in Tanzania che ho conosciuto di più Gesù.’ E Carlo, un amico in stato di
depressione, smarrimento, sofferenza: “Non mi sono mai sentito nella mia
vita così lontano da Gesù e, allo stesso tempo, non mi sono mai sentito
così fratello di Gesù come ora”. È dalla e nella lontananza che conosciamo
Dio, conosciamo il Signore Gesù, Fratello e Amico. Così è la storia di
quasi tutti i santi da S. Paolo a S. Charles de Foucauld. “Ma voi, chi
dite che io sia?”. Quel ‘Ma’ fa intuire il tono della domanda; è il tono
affettuoso di uno che ama e che chiede: Quanto conto per te? Che posto ho
nella tua vita? Nel vangelo di Matteo questo è un giro di boa, una
‘conversione’. Si passa dal domandarsi chi è Dio, chi è Gesù al lasciarci
porre la domanda da Lui: chi sono io per te, che importanza ho nella tua
vita? Il coraggio e la ‘conversione’ di qualunque relazione, sia con le
persone (penso a dei genitori che hanno un figlio che si droga), sia
soprattutto con Dio, è quando si smette di fare domande, di mettere l’altro
in questione, e mi metto in ascolto , accetto che l’altro metta in
questione me e accolgo quello che vuol comunicarmi. ‘Tu sei il Cristo’.
Bella e buona risposta, ma con un’immaginazione non esatta circa ‘il
Cristo, Messia’. Finalmente uno che dice: Tu sei figlio del Dio vivente, Tu
sei il Vivente, colui che porta sempre vita. E lo dice più con slancio del
cuore che con le parole. “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né
carne né sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”. E ‘
chiamato Beato, anche perché ha parlato ispirato dallo Spirito, eppure ha
ancora passi da fare nel conoscere Gesù e accettare un Messia servo, che
muore per dare vita a tutti. ‘Tu sei Pietro….. A te darò le chiavi del
regno…’ Gesù non è venuto a portare nuove leggi, nuovi poteri, è venuto a
‘compiere’. E portare a compimento significa servizio d’Amore. E’
venuto Gesù di Nazareth a dare le chiavi , qui a Pietro e più avanti a
tutti i discepoli, per legare e sciogliere. Grande ‘grazia’ di legare
il male, o meglio, di far sì che sia a servizio del bene; grande ‘grazia’
di aprire le porte del per-dono, di essere esperienza di essere
trasfigurazione anche nelle realtà più squallide, più bloccate dell’uomo.
Spirito, donaci di essere u una presenza che ‘scioglie’, trasfigura anche
le situazioni più desolanti, tenebrose, e di essere un ‘piccolo sasso’ che
sulla Roccia che è Gesù Cristo contribuisce all’edificio di un popolo
nuovo, di una umanità liberata, alla costruzione della Cattedrale
dell’Universo.