Vangelo 25.07.2023 (Mt 11, 20-24)

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il
maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te
Corazin, guai a te Betsaida perché se a Tiro e a Sidone fossero stati
compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo
avrebbero fatto penitenza avvolte nel cilicio. Ebbene io ve lo dico Tiro e
Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E
tu Cafarnao sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai
precipitata, perché se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in
te, ancora oggi essa esisterebbe. Ebbene io vi dico: nel giorno del
giudizio avrà una sorte meno dura della tua.
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COMMENTO.
“Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il
maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite.” Un rimprovero
che è un invito di cuore ad ascoltare veramente la Sua Parola (il Suo
verbo-carne), la sua storia di ‘miracoli’ di compassione verso tutti, di
cura e custodia dei deboli, degli ‘scarti’ di umanità e della religione.
Scribi e farisei, anche gli stessi discepoli, non comprendendo il
‘miracolo’ di un Uomo-Dio, di una bella fraternità con tutti i viventi,
non sentono la necessità di convertirsi ad amare come Lui ama. “Guai a te
Corazin….” Il ‘Guai’ è una proclamazione di pericolo, di situazione che
se continua a durare ha brutte conseguenze. Il ‘Guai’ fa vedere che il male
è male e che Dio non vuole che prevalga il male, vuole il nostro bene che
esige un cambiamento, una conversione. Un genitore che minaccia il figlio
lo fa per il suo bene; ciò che fa male non è il forte avvertimento, ma il
male stesso. Le conseguenze del male (inferno, situazione di infelicità)
vengono dal male stesso, non è Dio che castiga. Ecco allora che prendo
situazioni di infelicità, tristezze, anche a volte diminuzione di salute,
non come castigo di Dio, ma come un avvertimento in cui mi è detto: renditi
conto che stai vivendo un inferno, ma può essere diverso, potrai vivere più
gioioso e sereno evitando l’odio, l’egoismo, il puntare il dito,
l’indifferenza, altrimenti scendi sempre più negli inferi. “Ebbene io vi
dico: nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua”. C’è
dunque un giudizio. E il giorno del giudizio in un certo senso c’è già
stato. Dio ci ha giudicati in Gesù sulla croce, cioè ci ha amati con un
per-dono, una Misericordia fino a morirne; la salvezza è per ogni sua
creatura, è donata non imposta, richiede il nostro sì, la nostra
accettazione. Riconoscere di essere figli, riconoscere di essere tutti
fratelli in Gesù, figlio del Padre celeste, e di conseguenza voler vivere
davvero come fratelli di tutti, è fondamentale. Ascoltiamo questi guai di
Gesù, facciamo silenzio, meditiamo per riconoscere negli avvenimenti e
nella realtà che viviamo i miracoli continui di cui siamo oggetto (salute
anche se fragile, ancora un giorno nuovo, perdonati, amati……), così come i
‘guai’ (infelicità, tristezza, solitudine arida….) che ci sono detti per
convertirci. Spirito, aiutami a dire Grazie per tutto, per i miracoli e
per i rimproveri del Padre Buono, Misericordioso.