Vangelo 20.07.2023 (Mt 11, 28-30)

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile
di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è
dolce e il mio peso leggero».
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COMMENTO.
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi…” ‘Venite a…
venite alle nozze…’ Invito che sgorga da un cuore d’infinita bontà, il
cuore di Gesù, il cuore di Dio. Dice: Venite a me voi tutti che siete
oppressi sotto il giogo della legge, impigliati nel labirinto del
catechismo, che siete stanchi di cercare la salvezza, la vita vera nella
pratica religiosa acquistando meriti per il paradiso. Venite a me voi che
siete lo ‘scarto’ dei vari poteri (economico, d’una falsa democrazia, di
religioni organizzate attorno a leggi e riti obbligatori…) e ne portate
il giogo. Quanta gente incontro che mi dice: Che stanchezza, quanto
correre, quanto lavoro, non se ne può più! Odo la voce di Arturo Paoli:
‘Fermati! Dio c’è nella tua stanza, Dio c’è nella tua coscienza, nella tua
anima…. fermati, ascolta Dio che parla in silenzio, fermati (almeno) venti
minuti al giorno’. Posso continuare: Non trovare scuse, Fermati
(camminando o seduto in silenzio o magari qualche esercizio fisico), stai
con te stesso in profondità, non avere paura, fermati al fondo e trovi lo
Spirito di consolazione, di Libertà che viene a te. Trova il tempo di
meditare il Vangelo e andrai da Gesù, il Vivente, libero e gioioso. Io
vi darò ristoro. Vieni a me, tu stanco del giogo della solitudine, vieni e
prendi coscienza che siamo in due, che portiamo il giogo insieme. Ecco il
ristoro: ricordati che non sei mai solo, che sono sempre con te. Vieni a
me chiunque tu sia, soprattutto quando ti senti stanco e oppresso, perché
in definitiva proprio tutto (Legge, religione, famiglia, comunità,
filosofia, giustizia umana….) stanca e opprime se messi al posto mio, al
posto di Dio. Imparate da me, che sono mite e umile di cuore. Venite;
affrontate la vita al mio seguito, imparando da me a portare la croce
dell’Amore. E’ un giogo. Amare come io ho amato è un giogo, un giogo che
porti con ogni altro, a partire da tuo marito o tua moglie, con tuo
fratello o tua sorella in comunità, con chi ha bisogno del tuo aiuto, con
chi ti ama ma solo fino a un certo punto, con chi ti perseguita. Questo
giogo mio d’amore rende liberi, gioiosi pur soffrendo, vi fa figli del
Padre mio di Misericordia. Dio non è il Dio della Legge che sa solo
condannare o delle Autorità che dominano. Dio mio Padre è mite servizio
d’amore sempre. È umile perchè vi stima uguali a Lui e in me offre la vita
morendo per la Vita vostra. Possa Dio, lo Spirito, Gesù stesso condurci
nel deserto, darci la forza di fermarci, di calare le nostre stanchezze e
oppressioni in un tempo (o dei tempi) di silenzio , di ‘perdita di
tempo’, cioè di gratuità assoluta con gli altri, con Dio senza nulla
aspettarci se non di riposare in Lui.