Vangelo 09.07.2023 (Mt 11, 25-30)
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai
rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua
benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il
Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui
al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di
voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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COMMENTO.
“Ti rendo lode, Abba, Signore del cielo e della terra”. Benedire, dar
lode al Signore, al Padre dell’Universo (cielo e terra) è entrare nella
dinamica del Bene che, in silenzio e come linfa negli alberi, sostiene,
diffonde energie di Vita nel Cosmo. Significativo è il fatto che Gesù
esprime la lode proprio in un momento critico della sua missione. Si è
appena lamentato di quelli che non lo riconoscono, scribi e farisei lo
vogliono eliminare, annunciando la sua passione e morte ha mandato i
discepoli come agnelli in mezzo ai lupi. Proprio in quel momento esulta
come un bambino che vede arrivare suo papà-mamma e dà lode all’Abba-Padre.
Così S. Francesco proclama lode al Bon Signore, mentre è provato dalla
malattia agli occhi, dalla non comprensione dei suoi frati. “Hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.” Perché
a loro è nascosto il segreto della Vita? Autoreferenziali, spesso
arroganti, convinti di avere la verità, non amanti del Silenzio che lascia
spazio al Mistero, non sono aperti al segreto della Vita che è lasciarsi
amare e amare come l’Uomo Gesù ha amato e il Signore Gesù ama. Sono i
piccoli, infanti, senza potere, sovente scartati da società di consumo,
dalle religioni che sono più aperti ad accogliere l’amore di Dio e degli
altri e imparano ad amare con umiltà. “Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, io vi darò riposo”. C’è qualcuno che nel corso degli
anni non si è mai sentito stanco e oppresso? Stiamo accettando e
accogliendo il ‘piccolo-povero’ che è in noi, cioè la nostra verità
profonda di limiti, di spazzatura e che proprio lì siamo amati da un
Padre-Madre Misericordioso, da Gesù Amico. “Prendete il mio giogo sopra
di voi.” Anch’io vi do un giogo, un legame da portare, diverso dal giogo
della legge , delle tasse da pagare nel Tempio o nelle Chiese per la
salvezza. Il giogo-legame da portare con me, dice ancora Gesù, è la
forza di amare, l’aver cura, il per-donare, il pazientare per far spazio
all’altro, a qualcosa di bene che ancora non colgo con la ragione o altro,
ma solo con la fede. “Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Dolce non è sdolcinato, leggero non vuol dire senza fatica. Però nel regno
di Dio non ci entriamo con la nostra fatica, con la pratica delle leggi e
dei precetti a tutti i costi. Accettare di essere raggiunti dall’Amore di
un Cuore dolce e umile, proprio là nella nostra miseria, nel quotidiano, e
accettare la fatica di servire con umiltà, di per-donare e per-donarsi
aprendo spazi di vita nuova, è il giogo-legame con Gesù Fratello e Amico,
è fonte di pace e gioia. Maranatha!, Vieni, Signore Gesù.