Vangelo 28.06.2023 (Mt 7,15-20)
che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro
frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai
rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo
produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né
un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti
buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete
riconoscere”.
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COMMENTO.
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma
dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”. Ci è richiesta
attenzione ai frutti e quindi uno sguardo non superficiale, ma più attento
e lontano nel tempo. E’ molto facile confondersi, soprattutto quando
immaginiamo i frutti a nostro modo o li aspettiamo immediati, quando non
siamo attenti al bene comune. E allora arriviamo a chiamare falso profeta
proprio colui che opera e parla da vero profeta e viceversa. Allora si può
arrivare a dire: questa persona, (questo Papa) è falsa, è cattiva, va
condannata; questa comunità o gruppo non rispetta la legge, è fuori
strada. Proprio allora le parole di Gesù prendono più chiarezza. Il vero
profeta porta scompiglio, divisione in superficie per un cambiamento, ma
il suo messaggio profondo è per una fraternità fra tutti, più sentita e
vissuta, per un bene comune e negli animi porta pace vera. Il falso
profeta porta apparente felicità, ma in fondo divisione, inimicizia, odio,
guerra. Se leggiamo la storia della Chiesa in questa luce forse potremo
riconoscere chi era e chi è profeta e chi invece falso profeta. Non
scandalizziamoci: quanti falsi profeti, (in quel momento, da non giudicare
oggi) proprio tra i Pastori della Chiesa, e invece quanti profeti,
riconosciuti dopo, tra i ‘condannati’ durante la loro vita. Don Milani,
Mazzolari… e altri ancora vivi: padre Zanotelli, d. Ciotti, lo stesso
Vescovo di Roma, tacciato di falsità, di eresia. “Ogni albero che non
produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco”. Questo è
l’invito: produrre frutti buoni. Siamo fatti per questo; tutti sono fatti
per produrre frutti buoni (cristiani o di altre religioni, o non
credenti), tutti fatti per generare vita. Ogni frutto buono viene
dall’amore, amore che si dona, amore che sa rischiare , pazientare. Oh la
pazienza, alimentata dalla speranza e da un amore fedele che sa vedere
oltre, che non si ferma all’esteriorità o al fare le cose per dovere. Ci
blocca l’egoismo, il senso di potere, di proprietà, l’indifferenza, il
sentirsi buono, non bisognoso di conversione. Tutto ciò viene tagliato e
gettato nel fuoco. Sì, venga il Fuoco, il Fuoco di Dio-Amore che brucia
tutte le nostre sterpaglie, che le riduce in cenere, dalla quale, come le
ceneri del mercoledì di Quaresima, prende inizio un cammino di conversione,
di albero della Vita che porta frutti buoni. Maranatha!