Vangelo 25.04.2023 (Mc 16, 15-20)

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il
mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno
i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno
demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se
berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai
malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro,
fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e
predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e
confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
|||
COMMENTO.
‘Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura’.
Probabilmente non è di Marco un’affermazione così larga di Buona Notizia,
di salvezza per tutti i popoli. Si avverte piuttosto l’animo di una
comunità che ha ormai superato la difficoltà di credere all’universalità
della salvezza e preso coscienza di essere tutti ‘testimoni’, con la parola
e la vita dell’amore di Dio manifestato in Cristo Gesù. Andate,
Proclamate… Sì, voi pescatori o comunque non maestri, voi semplici uomini
confusi, zoppicanti, un po’ sgangherati, proclamate la chiamata di tutti
alla gioia, alla vita piena, alla fraternità fra tutti. “Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvato.” Battezzato! In genere pensiamo al rito come lo
abbiamo visto fare. Andiamo un po’ oltre: battezzare, cioè immergere le
persone nella morte e resurrezione di Gesù, immergere in Dio per vivere da
figli di Dio veri, da fratelli veri di tutti. Non è questione solo di un
rito, che sarebbe magico, ma di un cammino di vita in cui lo Spirito
accompagna, sostiene, spinge a vivere ‘con amore’ ogni tempo, ogni
avvenimento. E dunque, guidati dallo Spirito, i battezzati (laici,
religiosi, preti, Vescovi), tutti discepoli-missionari (E.G.), continuano
l’opera di Gesù con gioia. Si tratta di un’opera di ‘fraternizzazione’
(parlare le lingue), di cura dei rapporti umani sanando le divisioni
(prendere in mano i serpenti … il divisore), ridare vita ai disperati di
ogni genere (bere il veleno…) Anche della propria depressione o sensi di
colpa c’è da prendersi cura, accettandola con la stessa misericordia che
Gesù-Dio ha con tutti. “Ma chi non crederà sarà condannato”. È tornato
l’altro giorno da un Eremo-Fraternità Fulvio, fotografo, separato dalla
moglie, 3 figli grandi. L’ho ascoltato: “Ho vissuto tanto tempo facendo i
miei interessi, centrato su me stesso tanto che anche il rapporto con mia
moglie (ma forse anche lei era centrata su sé stessa) era un inferno…
Dopo qualche giorno in comunità mi rendo conto che senza l’altro io non
sono niente, che sono chiamato ad ascoltare gli altri, a cominciare dalla
ex-moglie, dai figli, dai vicini, a cercare di capirli prima di investirli
con giudizi e catechismi. Sento che ho bisogno di fermarmi, di ascoltarmi
dentro in silenzio, di lasciar risuonare la parola di Dio in me per aver
forza di spezzare il mio pane con l’affamato; più ancora avverto che fin
quando non per-dono a mio fratello Carlo non vivo veramente, sono
all’inferno”. E allora anche ‘condannato’, (come ‘salvato’) non sa di
condannato all’inferno per sempre, ma all’inferno di questa vita,
condannato alla tristezza, alle conseguenze tenebrose dell’egoismo, della
superbia, del potere usato come dominio, del non perdonare, del non
accompagnamento da parte di Dio. Invece: “Essi partirono e predicarono
ovunque, mentre il Signore agiva insieme con loro”. Signore Gesù, Pastore
bello, conducimi su cammini di salvezza, di vita, di artigiano di
fraternità.