Vangelo 01.03.2023 (Lc 11, 29-32)
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non
le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu
un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per
questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà
contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne
dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed
ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli
abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed
ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
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COMMENTO.
“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non
le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona”. Detto per la Sua
Generazione, vale per ogni generazione nella Storia dell’umanità, del
Cosmo. Anche alla nostra generazione digitale, ‘transumana’ sarà dato solo
il segno di Giona, il segno della Croce. “Nel giorno del giudizio, gli
abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono”. Per
gli abitanti di Ninive Giona è stato un segno con la sua predicazione, ed è
bastato, si sono convertiti. I segni hanno la loro importanza per
l’intelligenza che li sa leggere (sapienza), per la scienza che dai segni
arriva alla sostanza (dal fumo al fuoco, dal profumo al fiore o
all’essenza di un’erba); per la fede che salva invece non c’è segno che
basti se non il segno di Amore che proprio nel morire semina il germe di
Vita, nella paura fa fiorire la fiducia, nella disperazione la speranza,
nella solitudine la gioiosa comunione: Gesù Cristo, Amore del Padre,
morto per Amore, risorto Spirito cosmico, Soffio di Vita per tutti e
tutto. La questione, il percorso da fare è saper leggere i segni. Tutto
quello che c’è è segno. È segno quando mi alzo al mattino e all’alba
riscopro la bellezza del creato, quando incontro il vicino e avverto la
presenza di Dio in lui, quando mi meraviglio delle violette lungo il
sentiero di collina mentre ancora un resto di neve rimane all’ombra del
primo sole. Però più forte e quasi unico il segno di quando incontri dei
‘barboni’, delle vittime di questo sistema infernale, dei superstiti di un
barcone naufragato, o chi ti ha fatto del male e riconosci la Presenza del
Crocifisso in loro, presenza di un Amore senza limiti e barriere. “Ed
ecco, qui vi è uno più grande di Giona.” In questi poveri, in questi
relitti d’umanità a cui mi mescolo e che tocco con tenerezza perché portano
su di loro il male del mondo, sono chiamato a riconoscere il segno più
grande, il mistero del Crocifisso-risorto, gloria di Dio e dell’Uomo. Vai
pure a Fatima o al santuario più vicino per cercare il segno delle
apparizioni, vedi pure in guarigioni miracolose o in eventi particolari dei
segni della Presenza di Dio, ma prega così: Spirito, mettimi ai piedi della
Croce non per adorare un legno, ma per guardare al Crocifisso per Amore, il
segno più grande; mettimi a fianco con tenerezza e mano nella mano con
affetto ai crocifissi e sofferenti che mi sono vicini nella vita
quotidiana, perché riconosca l’unico vero segno che mi dai.