Vangelo 16.01.2022 (Mc 2, 18-22)
digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di
Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non
digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze
quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono
digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora
digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio;
altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo
peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino
spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”.
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COMMENTO.
Il brano va situato nel clima di nozze, di sposalizio, di cui il vangelo è
impregnato, in particolare in Giovanni (Cana). “Gesù disse loro: “Possono
forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”. Eccoci
nel tema che colora tutta l’avventura di Gesù, mistero di sposalizio tra
Dio e l’Umanità. Anche i vari episodi, i vari eventi vanno letti alla luce
di un’Alleanza di amore coniugale. Invece passa di più un dio onnipotente,
dominatore, che fa paura. L’immagine (ma forse più che immagine) di Dio
Sposo dell’Umanità, mio Sposo, ci sfugge, anzi ci disturba. Eppure l’Amore
di Dio è un amore di Sposo (nei Profeti, Cantico dei Cantici, Gv) allo
stesso tempo che Amore di Padre con viscere di Madre. Lo Sposo presente è
il Suo amore fedele, sempre. È da parte della sposa che c’è infedeltà.
Durante la Sua vita storica Gesù era dunque presente (come in
quest’episodio) ai suoi discepoli come Fratello, Amico, come Maestro, come
Sposo, e dunque non c’è digiuno da fare. “Verranno i giorni in cui sarà
loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.” Nella passione e morte viene a
mancare la sua presenza, è tempo del digiuno di relazione con lo sposo. Il
venerdì santo (era forse l’unico digiuno proposto anticamente) è ancora
proposto il digiuno concreto per accogliere la Sua Presenza di Sposo, il
Suo amore, proprio nel morire. Per Francesco d’Assisi, per Charles de
Foucauld sono stati tempi di digiuno i momenti di vita ancora nel
‘peccato’, ma provando una tristezza, una nostalgia del Bene. Proprio in
quei momenti e tempi, in cui non è assente l’Amore di Dio, ma siamo noi
infedeli, assenti all’amore, Dio (Gesù Signore e Salvatore) ci invita alle
nozze. Così nei tempi di conversione, di desolazione (le stigmate di
Francesco, la malattia quasi mortale di Charles fra i Tuareg).
L’importante, come nel Cantico dei cantici, rimanere in ricerca dell’Amato,
e attenti quando bussa alla porta (Ap, 3). “Nessuno cuce una toppa di panno
grezzo su un vestito vecchio; altrimenti …” C’è del Nuovo con Gesù
Cristo, c’è Vino oltre che sola acqua, c’è l’Amore Soffio di Vita invece
che la Legge. Gesù Cristo stesso che viene non a nascondere (come la
foglia di fico) ma a svelare la nostra umanità è l’Abito nuovo. Otre o
botte solida per il vino Nuovo, Gesù Cristo, è una chiesa che non ha paura
di aprire le porte e lasciare uscire Gesù nella vita della gente, non teme
di riscoprire il Vangelo invece che tanto catechismo. Taniche nuove del
Vino Amore, che è Gesù, sono dei cristiani che amano come Gesù, e, pur
sbagliando a volte, amano ancora. Spirito, Amore del Padre e del Figlio,
Vino nuovo con Gesù Cristo e allo stesso tempo antico come le montagne
eterne, inonda noi cristiani, il tuo popolo che è la chiesa, di bella luce
per saper rinnovare gli otri di regole e tradizioni, come anche Francesco
papa ci indica, per liberarsi dell’otre del clericalismo e adottare l’otre
dell’umanità di Gesù di Nazareth.