Vangelo 01.06.2022 (Gv 17, 12-19)

Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano
una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome
coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto,
tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora
io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché
abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua
parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non
sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca
dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel
mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso,
perché siano anch’essi consacrati nella verità.
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COMMENTO.
Siamo durante o alla fine dell’ultima cena, la Pasqua (Passaggio) di Gesù
celebrata con gli apostoli; Giovanni mette in bocca a Gesù una
preghiera-testamento che rivela i segreti del Suo cuore, il mistero di Dio
e del mondo, del Cosmo. ‘Custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,
perché siano uno come noi.’ Ecco il messaggio, il mistero da scoprire più
con il cuore che con la testa, più con la vita che con le parole, da
‘portare’ nella preghiera del cuore e della vita: Dio Padre e Gesù
Figlio-Uomo sono Uno nello Spirito. Una unità che è interconnessione tra
divino e umano, una inabitazione l’uno nell’ altro senza confusione, eppure
Uno. Gesù ha pronunciato esattamente queste parole? Una cosa è certa:
questa preghiera sacerdotale conferma che Lui stesso, la sua vita è stata
una preghiera , tutto in Lui è preghiera, cioè relazione d’amore, cuore a
cuore, di tenera amicizia con l’Abba, con i discepoli, con le folle, con
l’orto del Getsemani, con Giuda figlio della perdizione, con l’albero della
Croce, con il ladrone che morirà accanto a Lui, con gli angeli che
annunciano “non è qui, andate in Galilea”, è Vivo, andate nell’universo e
‘immergete tutti e tutte le cose ‘ nell’Amore che genera sempre vita, nel
quale tutti siamo fratelli e sorelle con la responsabilità di diventarlo.
“Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo,
perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”. Il ritorno di
Gesù al Padre che consente storicamente il dono dello Spirito a continuare
il disegno o opera di Dio, ci fa partecipi del Nome di Dio Uno e relazione,
Uno nella differenza delle esistenze, Nome di Verità. Quando Gesù era
ancora nel mondo, il figlio della perdizione è andato perduto, ma ora
‘Custodisci e consacrali (tutti) nella Verità’. Una Verità che è Mistero
d’Amore, una Verità che non è tutta racchiusa neanche nella vita storica di
Gesù , una Verità-Amore, una Verità di Gioia, di Vita, di Libertà, di
Pace-Armonia, una Verità-Dono ma anche cammino da percorrere come figli,
come fratelli di tutti in un mondo che cammina con uno spirito contrario
alla Verità-Amore. Siamo consacrati nella Verità quando in mezzo a
depressioni, sensi di colpa, scoraggiamenti ci è dato di conservare il
lumino acceso della fiducia, che ‘siamo stati scelti prima della creazione
del mondo per essere santi e immacolati davanti a Lui (Ef 1,4-5) e vivere
come cristiani gioiosi non con la faccia da funerale. Siamo consacrati
nella Verità e mandati nel mondo non solo quando, vivendo nel mondo una
vita normale tra gli altri, fra la gente, non seguiamo le cose del mondo
(sopraffazione, presunzione, ricerca di onori, di potere) ma quando non
facciamo più le cose solo per dovere, ma per amore, immersi in Gesù. Allora
la nostra missione non sarà di difensori di ‘credo’ in formule, di condanna
di ‘non credenti’, ma di essere collaboratori di giustizia e misericordia,
di fraternità tra tutti e tute le cose, di portare a tutti -e tutti ne sono
capaci- la carezza di un Dio Papà e Mamma, una preghiera in cammino!