Vangelo 30.05.2022 (Gv 16, 29-33)

«Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il
mondo e vado al Padre. Dissero i discepoli a Gesù: “Ecco, ora parli
apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non
hai bisogno che alcuno ti interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da
Dio”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già
venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo;
ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché
abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io
ho vinto il mondo!».
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COMMENTO.
“Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi
disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo”. Non ti è mai
successo di dire a un amico: “Ti conosco, so bene chi sei.” e poi
accorgerti che non lo conosci, che lo giudichi tenendo conto solo di
qualche aspetto. O non ti è successo di dire a una persona importante
della tua vita: “Ho capito, ho fiducia in te, farò quello che dici” e poi
ti sei comportato diversamente? O ancora, quante volte mi sono detto: per
amare di più e meglio dovrei cambiare atteggiamento, dovrei ridurre i miei
bisogni … e poi sono rimasto là dov’ero? “Ora sappiamo che tu sai tutto
e non hai bisogno che alcuno ti interroghi. Per questo crediamo .…”
Crediamo, diciamo di fare e non facciamo. Crediamo di credere o crediamo
di non credere e poi, se non lasciamo spazio al dubbio positivo sia in un
caso come nell’altro, se non facciamo umile esperienza che non siamo noi
la misura del credere, della verità, del bene o male, rimaniamo bloccati
nel cammino. Per fortuna Gesù non abbandona i suoi discepoli, è con noi
veramente amico e educatore paziente. “Viene l’ora, anzi è già venuta, in
cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non
sono solo”. Grande è la pazienza di Dio con noi, la vicinanza di Gesù che
conosce i mostri tradimenti, le nostre esitazioni a cambiare, le nostre
sicurezze fragili eppure sono come macigni che ci bloccano il cammino.
Fino a quando? E’ importante questo passaggio attraverso il
dubbio-incredulità-rinnegamento, è importante ‘sbattere il naso’,
riconoscere e ospitare le ‘cadute’, le nostre incongruenze. Così potremo
capire davvero che sono io ad abbandonare Gesù mentre Lui non mi abbandona
anche se io lo abbandono. Allora capirò un po’ di più circa la fede e
circa Dio. Magari con S. Paolo potrò dire: “Chi mi potrà separare
dall’amore di Cristo?” Non dall’amore che ho io per Cristo, ma dall’amore
che Lui, che il Padre ha per il Figlio suo Gesù e quindi per me. La festa
di Pentecoste è vicina, Festa del Dio Amore, del Dio relazione,
circolazione di Amicizia, di Vita, di Luce fra tutti e tutto, festa di
Gesù, la sua avventura umano-divina di compassione, di servizio, di
tribolazione e croce che coinvolge anche noi, Gesù risorto Spirito
universale del Padre che ama tutti, che è presente in ogni creatura. Lui è
la nostra Pace. Non è venuto a sostituirsi a noi, a liberarci dalle
tribolazioni nel mondo, dalla croce ma a darci la sua pace, darci il Suo
Spirito per vivere ogni situazione nella pace interiore. Non lasciamoci
rubare la speranza e viviamo ogni giorno in mezzo a tribolazioni senza
lamentarci se possibile e occupandoci di servire al bene comune, e con la
fiducia, pur non sapendo come, che alla fine niente va perso dell’amore,
neanche il più piccolo movimento, nessuna lacrima, nessuna amicizia,
nessun pianto nascosto nel cuore va perduto.