Vangelo 18.04.2022 (Mt 28, 8-15)

Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne
corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro
incontro dicendo: Rallegratevi. Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad
annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea, là mi vedranno. Mentre
esse erano per via, alcuni delle guardie giunsero in città e annunziarono
ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli
anziani e deliberarono di dare parecchie monete d’argento ai soldati
dicendo: Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e lo rubarono,
mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore
noi lo persuaderemo e faremo in modo che voi non siate puniti. Quelli,
preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa parola
si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi
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COMMENTO.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: Rallegratevi. Rumori di guerre in
diverse parti del Mondo, in particolare in Ucraina, aumento delle violenze
su donne, incidenti mortali sul lavoro, ancora strascichi di covid, è
paradossale il venirci incontro del Vivente: Rallegratevi, siate nella
gioia. La gioia: Gesù Cristo è risorto, alleluia! E’ veramente risorto
alleluia.
Ma chi l’ha visto? racconti di apparizioni nei Vangeli, come quella di
oggi, dicono con termini simbolici come le donne, gli apostoli, i discepoli
(più di 500, 1Cor 15,6) hanno sperimentato che Gesù Cristo è risorto, è
vivo. Ma questo è dato non solo ai pochi di allora, ma a tutti coloro che
in ogni tempo ‘seguono Gesù Cristo’, lo cercano e Lui va loro incontro.
Possono essere raccontati questi incontri? Nella vita dei santi (Francesco
d’Assisi, Charles de Foucauld…) non abbiamo mai letto di ‘apparizioni’,
di esperienze di intimità con Gesù, di timore e gioia come per le donne, di
incontro con il Vivente nella vita quotidiana, nell’amore al prossimo
(Francesco e il lebbroso), nelle sofferenze?
Quel ‘timore e gioia grande’ e quel ‘rallegratevi’ detto alle donne non
ricorda le stesse cose dette a Maria nell’annunciazione? E quel ‘andate
ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea, là mi vedranno’, non
è una chiara indicazione che il risorto si sperimenta, si incontra proprio
là nel quotidiano, nelle gioie e nei dolori, anzi proprio nelle nostre
miserie, là dove è iniziata la storia di Gesù di Nazareth e con Gesù di
Cana, di Cafarnao, del Tabor (trasfigurazione) … fino al Calvario? Da
notare ‘i miei fratelli,’ non discepoli: Dopo la resurrezione,
nell’Alleanza nuova, nella Creazione nuova ci sono solo ‘fratelli’ e
sorelle’. E che le donne, presenti nella passione e sul Calvario, facciano
esperienza del risorto prima degli apostoli, è da registrare bene. Sono le
donne (è la parte femminile in me uomo come la tenerezza, l’accoglienza…)
più pronte ad ascoltare la Parola e ad andare verso i ‘miei’ fratelli e più
vanno verso i fratelli più vedono Lui. E’ così per ognuno, per me, più amo
il fratello, più esprimo tenerezza e misericordia, più vedo il Figlio, più
faccio esperienza del risorto! Mentre esse erano per via, alcune delle
guardie…. Gesù risorto entra discretamente nella storia del mondo, della
chiesa, di me e lascia spazio ancora all’opposizione, ma sempre mi ripete:
Non temere, non avere paura, rallegrati, dai tuoi sepolcri allontanati con
timore e gioia grande! Gesù Cristo è risorto, alleluia, alleluia. E’
veramente risorto, alleluia, alleluia. Buona Pasqua in ‘Galilea’, nel tuo
quotidiano!