Vangelo 15.04.2022 (Gv 18, 1-19,47 Passione secondo Giovanni)
Nel prologo del suo Vangelo Giovanni dice: Nessuno Dio lo ha mai visto,
proprio il figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato
(Gv 1,18). Noi conosciamo Dio a partire da Gesù, non viceversa. Quello che
possiamo dire di Gesù, applichiamolo a Dio, Se qualcosa non coincide con
Gesù incontrato nei Vangeli, non attribuiamolo a Dio . Se ‘rimanete
fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli, conoscerete la Verità
e la Verità vi farà liberi’ (Gv 8,31-32). Conosceremo la Verità,
conosceremo l’ecce homo (uomo), conosceremo qualcosa di Dio. Ecco l’uomo,
libero, l’uomo che esce da solo (dal tribunale di Pilato) con la corona di
spine e il vestito di porpora (Gv19,5), flagellato, libero di affrontare
la più orribile delle morti e dare la vita per Amore a tutti. In Gesù,
nella sua passione, e morte, ecco l’Uomo, ecco il mistero della gloria di
Dio. La morte non ha avuto potere sull’Uomo Gesù. C’era qualcosa in Lui su
cui il mondo, i capi politici e religiosi e nessun altro aveva potere. Ma
allora c’è qualcosa in noi che nulla può piegare o rompere. La malattia, la
sfortuna, il fallimento di un progetto di vita non mi getta mai
completamente a terra, perché c’è qualcosa in me su cui il mondo non ha
nessun potere. La morte non può spezzarmi, ma solo aprirmi sempre di più
all’amore. Dice Gesù innalzato sulla Croce: ‘Ho sete’. Gesù ha sete. Si
immerge nella sete degli esseri umani. E gli danno da bere l’aceto. Gesù
beve l’amarezza dei sentimenti feriti, del non senso della vita, l’aceto
della morte. Abbiamo sete di amore, di vita, di attenzione e di essere
notati. Anche noi abbiamo sete, che la vita non diventi vuota, che si trovi
un senso, che la nostra forza vitale non si spenga, che le ferite e le
paure passino. Questa sete profonda non potrà mai essere placata da molte
cose che ci distraggono. Gesù, nella morte beve tutte le amarezze umane e
dà in cambio il suo spirito d’amore. Così può dire come ultima parola:
Tutto è compiuto, il mio amore è completo: “Consegnò lo Spirito”, la Vita
. Io-Tu: chiamato a seguire Gesù, chiamato a lasciare il dio della
religione prima di tutto, di certe tradizioni, dio dei potenti che divide,
che fa morire invece di vivere. Seguire Gesù fino alla morte è riconoscere
in Lui, Uomo come noi, pienezza della divinità, l’Amore del Padre e Madre
di tutti, Amico, Fratello, vicino, intimo. Sperimentare che l’Amore unisce
ciò che non possiamo riunire. Chi metterà insieme il nostro amore con la
nostra aggressività, la nostra paura con la nostra fiducia, la nostra
disperazione con la nostra speranza, la luce in noi con l’oscurità, il
forte con il debole, il sano con il malato? Gesù Cristo Amore unisce in
noi tutto ciò che è contrario. Nell’Amore tutto è reso intero, compiuto,
anche la morte canta la Vita. Maranatha, vieni Signore Gesù!