Vangelo 23.10.2021 (Lc 13, 1-9)

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di
quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello
dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che
quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale
sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le
uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di
Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo
stesso modo». 6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un
albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti
su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il
terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno,
finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se
porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

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COMMENTO.
«Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per
aver subìto tale sorte? » Legata a questa domanda posta da Gesù, possiamo
farne altre che sono sulla bocca e nel pensiero di molti anche oggi, magari
anche noi: *Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?* Dio è Buono e
Misericordioso: Perché allora tanta sofferenza, tante catastrofi naturali? Che
colpa hanno i morti nelle macerie dei terremoti, i morti (quanti
ultimamente) in incidenti sul lavoro, in attacchi terroristici? Anzi tra le
vittime ci sono spesso bambini e le persone più buone. Gesù in altra
occasione, quella del cieco nato, -chi ha peccato, lui o i suoi genitori?-
precisa: Né lui, né i suoi genitori…. è per la gloria di Dio! Stupenda e
sconcertante risposta. A Dio, credo, non interessa contare i peccati,
cercare a tutti i costi di chi è la colpa, sicuramente non sua; non è lui
che fa cadere le torri gemelle, che istiga agli attentati terroristici,
alla guerra fonte di tante morti, di sofferenze enormi di innocenti, Dio
non è Colui che si delizia nel castigare, come spesso si è detto e ancora
si dice. Tante ragioni che causano dei morti negli incidenti di lavoro,
nelle guerre, anche nei disastri naturali vanno cercate nella
irresponsabilità e cattiveria degli umani. Ecco allora: “No, io vi dico, ma
se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Quel ‘Io vi dico’ è
il Figlio di un Padre Misericordioso, che crea sempre vita, che la
rinnova, che, più che con le parole, alla domanda sulla colpa-non-colpa
delle vittime, risponde con la vita operando il bene, curando i feriti,
rimettendo a vivere chi è morto dentro, che muore lui d’Amore e allora
nella morte vien fuor la vita. Qui la risposta, sempre mistero di fede. Un
mistero che mi chiama a riorientare la vita e ad amare con più decisione
come ha fatto Gesù. E nella società e nella chiesa di oggi quanto bisogno
di conversione: nelle relazioni, nella politica, nell’economia, nella
ecologia. C’è da rimettere Dio al centro, cioè rimettere il fratello, ogni
altro umano chiunque sia, buono o meno buono, come primo da amare, da
lasciarmi perdonare e perdonare. Oserei chiedere il dono della fiducia
nella pazienza, come quella del vignaiolo per vedere i frutti certi della
conversione mi e del mondo.