Vangelo 17.10.2021 (Mc 10, 35-45)

Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli:
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli
disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero:
«Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua
sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete
bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io
sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il
calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono
battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla
mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato
preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con
Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete
che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su
di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole
diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il
primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti
non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti.

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COMMENTO.
I discepoli non è che ci fanno una gran bella figura, sia Pietro che
Giacomo e Giovanni, proprio i primi tre! Ma è così sempre nella storia
della Chiesa e dell’umanità. Proprio i primi (che non amano essere ultimi),
gli intelligenti, i fanatici super-religiosi accompagnano Gesù, il figlio
dell’Uomo, ma non lo seguono. E, appena dopo l’annuncio della Sua passione
e morte da parte dei poteri, essi chiedono di essere i primi senza essere
gli ultimi, uno a destra e uno a sinistra del Suo regno. Quale regno? Non
hanno ancora capito: regno secondo quello che tutti aspettano, di
dominatori, di vincenti con la spada, di paura, di difficile sicurezza,
perché basata sulla guerra. “Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono
a indignarsi”. Con la loro domanda i due suscitano la gelosia degli altri
apostoli, perché il mondo vive o meglio muore di questo, di potere, di
‘sedere’ in alto, su cattedre, su troni, su potere di denaro, su controlli
non per far vivere, ma per vivere loro, per essere serviti, e generano
morte. Spesso poi ‘dominano’ con la maschera stessa del servizio, di fare
il bene, facendo la carità con disprezzo del povero. Tutti siamo toccati
dal virus della prevalenza, del primo posto. Chi dice che per lui non è
così non segue Gesù, ma chissà quale idolo. “Voi non sapete quello che
chiedete”. Quant’è vero in tante preghiere nostre, in tante ricerche
superficiali, in tante domande di bene per situazioni generali, in realtà
per un tornaconto personale. Cristiani da molto tempo o da poco, siamo
veramente coscienti di cosa abbiamo domandato con il battesimo e così ogni
giorno se preghiamo almeno il Padre nostro? Certo, domandiamo di essere
membri della Chiesa, di diventare dei buoni cristiani capaci anche di
soffrire, di portare la croce, ma c’è un di più che spesso sfugge e che
sta in un cammino di riflessione, di ‘battesimo’ nella meditazione, nel
raggiungere la profondità di noi stessi e lasciar emergere il vero Spirito
di servizio. Allora potremo forse cominciare a poter seguire Gesù e come
Lui accettare di essere immersi (battezzati) nella condivisione con i
poveri, con i peccatori fino a soffrire con e per loro. *Ma sedere alla mia
destra o alla mia sinistra…. *A tutti è donato, ma possono riceverlo
solo coloro che accettano, riconoscono di esistere, di vivere come dono,
per-dono di un Padre e Madre che ci ama teneramente. Solo a partire di lì
il cristiano può mettere in pratica quello che Gesù indica: Fra voi non sia
come fra i governanti e i capi delle nazioni, e spesso fra i governanti e
capi delle religioni, delle chiese. Sì, siamo in germe (nel sogno o
pensiero di Dio) tutti grandi e primi, ma si diventa pienamente umani e
dunque divini, in un cammino di servizio umile, in un restare piccoli e
ultimi non vivendo per se stessi, ma in quotidiano dono per gli altri e per
Dio. Come è vissuto lui, il figlio, venuto per servire con amore e non per
essere servito. Non c’è altra strada, altro cammino, non c’è! Dal mattino
ringrazio e co-creo interiormente la giornata risvegliando la gioia di
donare la vita gratuitamente.