Vangelo 13.10.2021 (Lc 11, 42-46)
In quel tempo, Gesù disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima della
menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e
l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i
saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si
vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo”. Uno dei dottori della
legge intervenne: “Maestro, dicendo questo, offendi anche noi”.Egli
rispose: “Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di
pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un
dito!”.
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COMMENTO.
Questi tre ‘Guai’ mi riportano a quando ero ragazzino e mia mamma, visto
come mi comportavo, a volte doveva rimproverarmi con un ‘guai’. Più che
una minaccia era un accorato avviso: attento, è peggio per te e anche per
me (Guai!) se cammini e giochi ancora su quel muretto che dà su un dirupo,
(Guai) se tiri ancora le pietre contro i ragazzi dell’altra frazione;
attento, peggio per te e anche per me se non ritorni entro le 18 alla
sera. “Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta ….” Mi
dispiace per voi, che siete miei figli, perchè vi fate del male se
continuate a osservare le leggi della Torah (la Legge) a tutti i costi,
come assoluto, e non avete amore verso gli altri, verso Dio, alla fine
anche verso voi stessi. E’ un guai che suona bene tra molti che si sentono
bravi, e sono inconvertibili perchè loro viaggiano con la sicurezza (che è
vera insicurezza) della legge, dei riti, della fredda giustizia. E costoro
sono soprattutto ben vestiti, con paramenti sacri, con incarico di
insegnare, di guide. E dunque è rivolto anche a me proprio in questo
commentare la parola.” Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti
nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.” Ai suoi discepoli (ci siamo
anche noi) che cercano un posto a destra e l’altro a sinistra o che
discutono, proprio mentre annuncia la sua passione morte, su chi è più
grande, Gesù avverte: chi vuol essere il primo sia l’ultimo, perché il
figlio dell’Uomo è fatto per servire non per essere servito, è grande
quando ritorna a essere bambino. Contrario alla vita veramente umana e
divina è il protagonismo, la sete dei primi posti sia nella società che
nella Chiesa.” Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono
e la gente vi passa sopra senza saperlo”. Attenti e correte un pericolo
grosso perché portate la morte dentro, siete freddi, anzi tiepidi,
apparentemente persone di fede, religiose, in realtà neanche veramente
umani, perché non c’è amore in voi, non c’è passione per Dio e per gli
altri (sepolcri che non si vedono) e la gente fa riferimento a voi e non vi
conosce. “Guai anche a voi, dottori della legge che caricate….” E’
tipico di tutti i tempi, ancora oggi quanto rischiamo di caricare gli
altri, soprattutto i poveri, i malmessi nella società attuale di regole, di
carichi che noi non portiamo. Anche Gesù ci dà un giogo, un giogo d’amore,
che comporta anche fatica, sofferenza, dolore, insieme a gioia d’essere
povero, di dare la via senza calcoli. Il giogo si porta in due e Gesù,
primo fratello, non mi lascia mai solo, anzi, proprio quando tutto è a
rotoli, e sembra tutto inutile, porta con me il giogo dell’amore fino a
morire d’amore.