Vangelo 26.09.2021 (Mc 9, 38-43.45.47-48)

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che
scacciava demoni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo
impedite, perché non c’è
nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di
me: chi non è contro di noi è
per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome
perché siete di Cristo, in
verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno
solo di questi piccoli che credono
in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da
mulino e sia gettato nel mare. Se
la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare
nella vita con una mano sola, anziché
con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile». […]
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COMMENTO.
C’è l’Io personale e c’è l’Io di gruppo, del noi che è tentato
costantemente di essere più grande degli altri,
di appropriarsi della verità, di escludere l’altro. Non è difficile
rendersene conto anche dai discorsi che
facciamo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo,
perché non ci seguiva». Non segue noi, la nostra famiglia, il nostro gruppo
o comunità, la nostra etnia o
nazione o religione, qundi ciò che fa non è bene. Sottolineare ‘mio’,
‘nostro’ in modo forte è privatizzare o
ridurre il sangue umano alla propria famiglia o gruppo o religione, è
mettere l ‘appartenenza al gruppo
prima del bene di tutti, la mia idea prima della ricerca sincera della
verità a cui tutti contribuiscono. Tutti
rischiamo, spesso senza rendercene veramene conto, di affermare a parole e
con il nostro comportamento
che il nostro cammino è l’unico, il vero; il nostro gruppo, la nostra
fraternità va difesa dall’ingerenza di
altri, da proposte che non sono nostre. O può succedere che in parrocchia
quelli della caritas o del
consiglio pastorale si sentono i custodi del bene di tutti, loro i migliori
nel fare il bene e si creano
divisioni, non collaborazioni. E poi scatta l’invidia, non esclusi i preti,
anzi, perchè altri riescono là dove
noi abbiamo fallito o non riusciamo (gli apostoli non avevano potuto
guarire l’indemoniato). Così in
campo sociale e politico. Gesù: “Chi non è contro di noi è per noi”.
Stupendo Gesù. Non mette steccati,
non mette limiti, anzi invita a fare il bene che può ridursi a volte a un
bicchiere d’acqua. E’ di Dio, è dei
nostri chiunque emana bontà, energie d’amore, gioia, anche con un semplice
sincero ‘E’ cosa buona che tu
esisti’. E molti oggi, credenti e non credenti, agnostici, lo dicono
impegnandosi per il bene comune,
avendo a cuore la cura del creato, la solidarieà tra gli umani, molti
capaci di creatività nel generare
occasioni di vita, di cammini di relazione fraterna, di tutti nella stessa
barca o casa comune. Guai allora a
“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me”, perchè
chiunque sa dare anche solo un
bicchiere d’acqua , chiunque opera per il bene comune ha fede nella Vita e
nessuna appartenenza di
‘bandiera’ prevalga su questa bandiera di fraternità umana, universale.
Parole forti, dure osa pronunciare
Gesù nei riguardi di chi per ambizione, per stupida convinzione di avere la
verità in tasca o di essere
migliore dell’altro scandalizza, contrasta, separa questi ‘piccoli ‘, sia
chi riceve, sia chi dona il bichiere
d’acqua.