Vangelo 11.09.2021 (Lc 6, 43-49)

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde
albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si
riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si
vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae
fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la
sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.46Perché mi
invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? 47Chiunque viene
a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è
simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto
profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume
investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49Chi
invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito
una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito
crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

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COMMENTO.

Abbiamo un Padre con viscere di Madre, Dio Misericordioso rivelato nel
figlio dell’Uomo (Uomo completo realizzato in Dio) Gesù di Nazareth. In Lui
la misericordia va oltre la giustizia, il guardare con occhio buono va
oltre il giudizio; in Lui la Legge che condanna è sorpassata dal
per-dono. Di Dio sappiamo ben poco, ma in Gesù sappiamo che è Perdono,
Misericordia, che non c’è condanna per nessuno, che tutto e tutti sono
chiamati a vita piena, a libertà, a gioia. Detto in parole semplici, ma
spero non riduttive, questo è il messaggio che attraversa tutto l’Evangelo
di Luca. Ora in questi versetti Gesù dà indicazioni per risvegliare i
discepoli a conversione, che non è tanto da una religione a un’altra, dal
peccato alla bontà, ma dalla ‘perfezione della Legge’, dalla giustizia che
ti fa bravo alla conoscenza di Dio misericordioso che fa piovere su giusti
e ingiusti, che perdona settanta volte sette. Quanti anche oggi per il
fanatismo della religione, per essere ‘bravi’ secondo le leggi arrivano a
giudicare, condannare, odiare, ammazzare. Attenti ai bravi, giusti, buoni
cristiani senza misericordia! Siamo fatti per una buona, cioè bella
relazione con ogni altro, con l’universo; per viverla, per continuare, per
portarla a termine solo la Misericordia ne ha il segreto.

Albero, Parola, Casa. Con questi tre termini, tre segni concreti Gesù ci
aiuta a conversione, a essere misericordiosi come Dio è misericordioso. “Ogni
albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli
spini, né si vendemmia uva da un rovo.” Possibili tante interpretazioni. Ne
sottolineo una dell’ambiente comunitario -i discepoli insieme- in cui Gesù
parlava. Ricordo un giochetto che facevamo : Io sono un mandorlo, io sono
una rosa, io sono un rovo….Se sono mandorlo non pretendo di produrre
uva, se rovo non pretendo di profumare di rosa. Accettarmi per quel che
sono, accogliermi bene avviene solo nella misericordia. E così accogliere
l’altro così com’è, non pretendere di cambiarlo, che dia frutti diversi. Di
fatto nella misericordia avverrà che io stesso, che l’altro porterà i suoi
frutti belli, e sarà un cesto di frutti d’amore. “L’uomo buono dal buon
tesoro del suo cuore trae fuori il bene.” Lo diciamo spesso, lo diciamo
tutti: uno può dare, comunicare solo quello che ha. E il nostro cuore è
un recipiente prezioso, posso alimentarlo di bene o di male. Ora posso
alimentare il cuore di cose anche buone come giustizia, fede, ma se non lo
alimento di misericordia (carità) non serve a nulla, diffonderà solo male.
“Costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta
sulla roccia”. Un cristiano sta di casa nella Parola, continua a costruire
la casa sulla Parola, sul Vangelo che ci porta a Gesù, ci fa incontrare
Lui, la Roccia, la Misericordia del Padre dal cuore e viscere di Madre.
Possa lo Spirito soffiare forte su di noi, che gli occhi, la mente, il
cuore possano riconoscere Gesù, Misericordia del Padre, come vero Maestro,
vera Guida e così essere figli, fratelli della Misericordia, di essa vivere
e far vivere.