Vangelo 04.09.2021 (Lc 5, 33-39)
Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno
orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e
bevono!». Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre
lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato
da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». Diceva loro anche una
parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un
vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal
nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi;
altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno
perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve
il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».
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COMMENTO.
E’ un testo molto bello in cui con immagini prese dalla natura, dal vivere
quotidiano, è messo in evidenza che la parola SPOSO è la più bella
definizione di Dio Amore. Si riesce a intuire che si tratta di un amore
personale tra Dio e Uomo, che è la stessa relazione che c’è tra uomo e
donna, relazione di dono di sé, di fedeltà, di tenerezza, d’alterità, di
appartenenza, di affidabilità, di reciprocità, con tutto ciò che c’è di
bello e anche di disturbato in tale rapporto. “*Potete far digiunare gli
invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?” I discepoli di Giovanni
Battista e i seguaci dei farisei digiunano seguendo la legge e a volte
anche di più per avere meriti. Ma non siamo più in quel regime, in quella
religione, in quel rapporto c*on un Dio da imbonire, da meritarsi. Il
cristiano, colui che ha incontrato il Cristo e continua a cercarlo, non
digiuna (anche quando digiuna davvero per un rapporto più vivo con Gesù e
con i fratelli, ma non per legge, non per dieta) perché già sperimenta
(anche se non ancora in pienezza) la vita, e per questo fa Eucaristia con
gli altri, con tutti; nell’Eucarestia della vita i cristiani mangiano e
bevono cioè ricevono ogni cosa come dono, ed in ogni cosa ricevono lo
Spirito di Dio e il suo Amore. Di questo vino nuovo vivono. Per questo è
chiesto *un cambiamento di mentalità: è la gioia il termometro di vita
veramente umana e cristiana; una gioia che viene dall’incontro con lo
Sposo che è Dio, una gioia che è anche nelle tribolazioni, nelle
sofferenze, nel generare vita passando anche attraverso la morte. Negli
Atti degli Apostoli è detto che gli apostoli erano gioiosi per essere stati
battuti a sangue per il nome di Gesù. La nostra tentazione è di mettere
delle toppe, di mettere il vino nuovi in otri vecchi, tradizioni, precetti,
abitudini (si è sempre fatto così) … Cerchiamo le perfezioni, il tutto a
posto, tutto in ordine, e non abbiamo gioia. Se manca la gioia significa
che manca l’amore, significa che Dio non è da quella parte, perché Dio è
dalla parte dell’ Amore. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il
nuovo, perché dice: Il vecchio è buono! *Mi pare che si può tradurre così:
Dio è infinito amore, quel che abbiamo è niente rispetto a quel che viene.
Non temete la novità, è cosa buona e bella quello che viene.