Vangelo 31.07.2021 (Mt 14, 1-12)
1 In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. 2 Egli
disse ai suoi servi: Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti;
per ciò la potenza dei miracoli opera in lui. 3 Erode aveva arrestato
Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di
Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. 4Giovanni infatti gli diceva: Non
ti è lecito tenerla!. 5 Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo
perché lo considerava un profeta. 6 Venuto il compleanno di Erode, la
figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7 che egli le
promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8 Ed
essa, indotta dalla madre, disse: Dammi qui, su un vassoio, la testa di
Giovanni il Battista. 9 Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento
e dei commensali ordinò che le fosse data 10e mandò a decapitare Giovanni
nel carcere. 11La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla
fanciulla, ed essa la consegnò a sua madre. 12E i suoi discepoli fattisi
avanti, levarono la spoglia e la seppellirono e vennero a informare Gesù.
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COMMENTO.
Gesù è rifiutato anche dalla sua gente di Nazareth (13, 53-57).
L’evangelista prende l’occasione di evidenziare qual è la sorte dei
profeti, in particolare la sorte del più grande di tutti i
profeti-precursore Giovanni il Battista, che prefigura la sorte stessa di
Gesù. Una sorte che, variando nella forma, tocca tutti i profeti, tutti
noi se davvero seguiamo il nostro Fratello, Amico, Signore Gesù Cristo e ,
come è detto nel Battesimo, siamo davvero profeti oltre che re e
Sacerdoti. Teniamo anche presente il banchetto che segue (14, 13-21), una
mensa che, diversamente dal banchetto di Erode che porta morte, da vita a
5.000 uomini senza contare le donne. I profeti sono quelli che dicono la
verità di Dio nelle varie situazioni della vita e la Verità è sempre
quella: Amerai Dio con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso. I
profeti denunciano chi opera e vive in modo contrario all’amore di Dio e
del prossimo. *Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò
in pubblico e piacque tanto a Erode- *Ecco il banchetto di Erode. Gli
ingredienti sono il lusso, la ricchezza, tutto ciò che l’uomo desidera;
l’abbondanza, addirittura la bellezza, il piacere, la danza… Quasi tutte
cose buone in sé. La bellezza poi è l’attributo fondamentale di Dio. Ma
tenendo per sé Erodiade, moglie del fratello Filippo, tiene con sé
l’Insipienza (Non è questione della donna insipiente, è la situazione
voluta da Erode). Inevitabile che domina non la parola interiore profonda
che anche in Erode si fa sentire, ma la voce della paura, della morte e che
da morte: *Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei
commensali ordinò che le fosse data.* Neanche il fatto che il popolo lo
considerasse un profeta non conta più per Erode. E’ vittima lui stesso del
potere che ha, schiavo dell’apparenza, deve apparire forte, potente, capo.
La paura di apparire debole gli fa scegliere di tagliar la testa a Giovanni
(la Verità) invece di liberarlo. Letto dunque anche in maniera simbolica
questo racconto ci fa capire che la vita di ognuno è ordinata dall’esterno,
da paure, da potere, da schiavitù all’apparenza o da una parola interiore,
un parola dal profondo ascoltata , meditata, proprio quando mi si presenta
mediante la tristezza, il disgusto per quello che si fa. Erode non ha
saputo ascoltarla. Mi fa anche riflettere ciò che stiamo vivendo in
questo momento di transizione pandemica È tutta una danza, è tutto un
gioco così a incastro che beato chi ci capisce qualcosa. Ci dicono una cosa
e poi anche il suo contrario, può darsi che sia vera. Siamo gli uni contro
gli altri, dentro un ingranaggio che continuerà. Desidero tener come sposa
non Erodiade ma la Sapienza, la Parola di Dio e cercare con la mia vita e
con le scelte (non è facile) di promuovere la libertà, la vita, l’amore,
la condivisione, la fraternità fra tutti. Il resto è banchetto di morte.
(fratel Tommaso)