Vangelo 26.07.2021 (Mt 13, 31-35)

31Un’altra parabola espose loro: Il Regno dei cieli si può paragonare ad un
granellino di senape che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il
minimo di tutti i semi, ma una volta cresciuto è più grande degli altri
legumi e diventa un albero tanto che vengono gli uccelli del cielo e si
annidano tra i suoi rami. 33Un’altra parabola disse loro: Il Regno dei
cieli si può paragonare al lievito che una donna ha preso e impastato con
tre misure di farina perché tutta si fermenti. 34Tutte queste cose Gesù
disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole.
35Così si compì il detto del profeta che dice: Aprirò la mia bocca in
parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

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COMMENTO.
Due immagini del Regno dei cieli al rovescio di immagini dell’ A.
T.(Daniele 2, 31), o di immagini che ci facciamo di Dio.* Il Regno dei
cieli si può paragonare ad un granellino di senape. *Il più piccolo dei
semi; sembrerebbe una cosa insignificante: si può parlare di Dio in un seme
così piccolo, in cose da niente? Siamo abituati a vedere Dio in cose
grandi, in opere che appaiono, ben riuscite e contano davanti agli uomini.
E’ un Dio al rovescio. Mi fa ricordare la visita a una coppia di amici che
abitano, lavorano in una “Cascina al rovescio”. Niente grandi trattori, né
altri grandi mezzi, né prodotti chimici per diserbare…; tre capre, un
piccolo magazzino per piccoli attrezzi, un piccolo laboratorio per
falegnameria….Al rovescio della società in cui o sei ‘grande’ in soldi,
in case, ville…Dio ama la piccolezza, è la sua qualità migliore. Ma non
la piccolezza lamentosa, scontrosa, insipida, dell’adulto rimasto
infantile, bensì la piccolezza sapiente, gioiosa dei piccoli. Una
piccolezza che rimane tale anche quando, diventato un albero dell’orto è
segno dell’albero della croce su cui possono riposare tutti i tipi di
uccelli. Quest’albero dice l’abbassamento (allo stesso tempo innalzamento)
di Dio che attira tutti a sé senza distinzione. Come già quel bambino di
Betlemme nella grotta, la piccolezza di Dio-Bambino-Uomo in cui tutti i
bambini del mondo si ritrovano… Quel piccolo seme è vero che :* una volta
cresciuto è più grande degli altri legumi e diventa un albero tanto che
vengono gli uccelli del cielo e si annidano tra i suoi rami.* Come è vero
che un piccolo seme della Parola in una persona, se accolto con fiducia,
cresce e diventa sempre più grande. Penso al santo di Assisi: ‘Francesco,
ripara la mia Chiesa’….. Francesco ha sviluppato, è cresciuto, ha
riformato con la vita la chiesa popolo di Dio, ha avuto discepoli tanti,
…ma la sua crescita è sempre stata in ‘piccolezza’, in povertà.* Il Regno
dei cieli si può paragonare al lievito che una donna ha preso e impastato
con tre misure di farina. *Non solo piccolezza, ma anche impurità, perchè
così è il lievito. Di fatti per la Pasqua gli ebrei usano pane azzimo, cioè
senza lievito che, per l’ebreo è farina andata a male. Purezza di Dio, al
contrario di quanto spesso pensiamo, è il suo farsi maledizione e rifiuto.
E così è presente là dove c’è la morte, la maledizione, il peccato. Per
questo Lui è Santo, è diverso, se no sarebbe come noi. Se non fosse così,
sarebbe il solito andazzo nostro con i puri di qua, i cattivi di là, una
elite di discepoli. Gesù è lievito, fermento, una specie di immagine di Dio
andata male (la sua storia che termina come un ladrone) agli occhi del
mondo e proprio così è lievito per tutta la pasta, perché dall’ultimo
posto in cui si è situato non fa notizia mondana, ma non perde nessuno di
quelli che il Padre gli ha dato. Chiamati e mandati da Gesù a non perdere
nessuno, come ci situiamo davanti alle ambiguità del nostro tempo, della
chiesa, degli amici? Pretendiamo sempre qualcosa di puro se non ‘purissimo’
o sappiamo immischiarci come Lui ha fatto? (fratel Tommaso)