Vangelo 11.07.2021 (Mc 6, 7-13)

Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere
sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio
nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma
di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque
entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in
qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e
scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed
essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti
demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

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COMMENTO.

Missionari, tutti missionari. I dodici sono simbolo del nuovo Israele,
della Chiesa nuovo popolo di Dio. Ogni discepolo di Gesù, ogni cristiano è
‘mandato’, è missionario o non è cristiano. Ma la parola ‘missionario’ va
intesa non come spesso in passato ‘ad gentes’, cioè missionario fra i
Gentili o pagani, ma alla maniera di Gesù, missionario prima in Israele e
poi a tutti. Più che mai c’è bisogno oggi di essere missionari come e in
Gesù, perché non ci sono nazioni o continenti o tribù o culture che sono
diventati cristiani e saranno sempre cristiani. La fede dei singoli come
anche di comunità, popoli è sempre un cammino di fede, che va alimentata
e averne cura. Ci sono persone, singoli, che nella fede sono sempre in
cammino e hanno bisogno di rinnovare l’incontro con Gesù e l’incontro con
la loro comunità e con tutti. Per questo Francesco, vescovo di Roma,
nell’E.G. sottolinea che un cristiano è sempre discepolo-missionario.*
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere
sugli spiriti impuri. *Chiamata personale per una missione comunitaria.
Un fratello di una comunità può anche essere ‘ santo’ personalmente e
vivere bene in comunità le regole ma non essere vero missionario.
Missionario è chi ha lo ‘spirito ‘, comunitario, chi vive in bella
comunione con i suoi fratelli di comunità, in famiglia, in parrocchia, o
anche da solo in eremo ma ‘sente’ che testimonia perchè non è solo ma in
comunione sottile con chi l’ha inviato in eremo, con i più vicini, con chi
viene a trovarlo, con la creazione in cui vive. A chi ha questo spirito
buono è dato il potere sugli spiriti impuri, sulle realtà dominate dal
male, dalla divisione, dall’odio. * Ordinò loro di non prendere per il
viaggio.* E’ forte la parola: Ordinò. Poche volte Gesù ha dato degli
ordini. Un ordine va preso sul serio. La vita del missionario , come quella
di Gesù, è basata sulla fiducia nel Padre che sa anche i capelli del capo,
sa ciò di cui abbiamo bisogno, perciò una vita basata sull’essenziale,
sull’ospitalità reciproca. Pane, sacca, soldi nella cintura, due tuniche
sono di troppo, potrebbero smentire la fiducia solo in Dio, un Dio povero
che si mette al servizio. Nella società attuale postmoderna, dominata dal
dio denaro, dal tecnicismo, post-religiosa e post-umana al discepolo-
missionario è richiesto di essere un uomo libero; dunque un insospettabile
distacco dai soldi, un sincero appetito di relazione autentica con ogni
altro, e con il Creato, una reale capacità di accoglienza e di tenerezza
verso tutti e di lasciarsi accogliere da tutti nella differenza di visioni. *Se
in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e
scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
*Missionario,
cioè un uomo libero anche interiormente*. *Passando da un territorio pagano
al territorio sacro di Israele, l’ Ebreo scuoteva la polvere, lasciava
dietro ciò che è pagano. Qui capita la stessa cosa. Gesù e l’evangelista
invitano però a considerare chi è il pagano: Colui che non sa accogliere
che non sa ospitare questo è un pagano. C’è materia per meditare, per
risvegliarci, per raccogliere la polvere dei vari ‘missionari’ passati da
noi e di colori differenti, e non li abbiamo saputo accogliere. (fratel
Tommaso)