Vangelo 20.06.2021(Mc 4,35-41)
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo
all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era,
nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta
di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e
gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò,
minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu
grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora
fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è
dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
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COMMENTO.
Qualche giorno fa la liturgia di ‘Passaggio o Transito’ (funerale) di mio
fratello (86 anni) e di mio cognato (96 anni). Liturgia di passaggio,
celebrazione di con-doglianze, di dolori, doglie di parto per la nuova
nascita del defunto. *Passiamo all’altra riva. *Passiamo all’altra riva
del grande Fiume della Vita, la riva che viene chiamata eterna. Per i
discepoli che seguivano allora Gesù e quelli delle primissime comunità
cristiane passare all’altra riva significava ‘rivolgersi ai pagani’, cioè
la Buona Notizia di salvezza, di alleanza nuova con Dio rivolta a tutti. I
discepoli hanno difficoltà a capire, resistono con un vento contrario ed è
tempesta. Quante resistenze e vento contrario anche oggi per una Chiesa
aperta, in uscita, una chiesa di accoglienza, di ‘lontani’, di ‘ diversi’ a
cui sono donati i primi posti! Ogni cambiamento è passaggio all’altra
riva, ed è sera, c’è la notte davanti, la traversata è lunga. Così è la
vita nostra, una traversata e, se siamo cristiani, prendiamo Gesù nella
barca, lo prendiamo *’così com’è’,* con la fede che abbiamo, con l’immagine
che ci facciamo di lui, con l’idea che magari fa tutto lui, che non ci sarà
tempesta perchè c’è lui, che sarà facile … Ma chi è veramente Gesù? *Egli
se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. * La tempesta normalmente
arriva*, *le cose non sono facili, i problemi si moltiplicano, la pandemia
non finisce subito, né finisce ora, un parente muore giovane … Oh, la
morte! Non rientra nel programma di Vita, e allora Dio dorme! Il
cambiamento per una chiesa più vicina alla gente, povera, che vive di
Vangelo, di dialogo con tutte le religioni e con il Creato come prima
Parola di Dio …. ma insomma è ancora Chiesa di Gesù Cristo? *Maestro, non
t’importa che siamo perduti? * Si, perchè un po’ tutti ci sentiamo perduti
appena c’è una malattia, una morte di un parente, una crisi nella società,
nella chiesa e siamo convinti che Dio dorme perchè non interviene subito
come noi vorremmo, mentre siamo noi addormentati e stanchi e poco disposti
al cambiamento, alla novità che richiede fiducia, richiede abbandono,
lasciare la nostra immagine di Dio e… *Taci, calmati! Il vento cessò e ci
fu grande bonaccia. *Non solo gli importa, ma è Colui che conta anche i
capelli del capo, che ha cura degli uccelli del cielo e dei gigli del
campo, che si fa vicino e cura chi è stanco, malato, ferito…. E’ Colui
che «non mi salva “dalla” tempesta ma “nella” tempesta. Non protegge dal
dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce» (D.
Bonhoeffer). Avete ancora paura? Io sono con voi sempre, sono con chi
invece di lamentarsi si rimbocca le maniche e ha cura dei fratelli malati,
dei disperati, con chi protegge e ha cura delle creature tutte proprio nei
momenti di disastro, di disastro ecologico e umano. Nella liturgia di
Passaggio o Transito di mio fratello e di mio cognato ho avvertito in
profondità e credo molti con me, la parola di Gesù: Calmati! E si fece
grande bonaccia. Grazie, Signore Gesù, del tuo dire ‘Calmati’ anche nella
tempesta della chiesa, della società. Per favore continua a suscitare
uomini e donne che nella tempesta vivono amando, donando vita, magari
invocando: Dio mio, perchè mi hai abbandonato, ma immediatamente: nelle Tue
mani affido il mio spirito. (Tom)