Vangelo 22.01.2021 (Mt 16, 13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai
suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o
qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli
disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te
l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei
Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 13-19)
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COMMENTO.
Chissà perché, ma le due domande che Gesù fa ai discepoli -più importante
la seconda!- avvengono in territorio lontano, pagano. Ieri ho ricevuto da
un amico un messaggio. e ho avuto una chiara risposta alla domanda che mi
facevo: “ *Non mi sono mai sentito nella mia vita così lontano da Gesù
(sofferenza, odio, smarrimento…); non mi sono mai sentito così fratello
di Gesù come ora”.* È dalla e nella lontananza che conosciamo Dio,
conosciamo il Signore.
*“Ma voi, chi dite che io sia?*”. Quel ‘Ma’ fa intuire il tono della
domanda; è il tono affettuoso di uno che ama e che chiede: Quanto conto per
te? Che posto ho nella tua vita?
Nel vangelo di Matteo questo è un giro di boa, una ‘conversione’. Si passa
dal domandarsi chi è Dio, chi è Gesù al lasciarci porre la domanda da Lui:
chi sono io per te, che importanza ho nella tua vita? ll coraggio e la
‘conversione’ di qualunque relazione, sia con le persone, sia soprattutto
con Dio è quando smetto di fare domande, di metterlo in questione, e mi
metto in ascolto , accetto che metta in questione me e accolgo quello che
vuol comunicarmi.
‘*Tu sei il Cristo,’. *Risposta azzeccata nella formula, ma non compresa in
pieno da Pietro, anzi mal compresa (sarà chiamato satana), come spesso può
capitare a noi ed è un richiamo all’umiltà nella conoscenza, nel ‘sapere
tutto’ Difatti: ‘Non la carne e il sangue…ma il Padre mio te lo ha
rivelato’. Forse Pietro ha detto con più coscienza ‘*Tu sei* *il Figlio
del Dio vivente’, * riconoscendo, ma non è detto, che Gesù dove passa fa
fiorire la vita, cura e fa sgorgare energie vive da persone pallide come
la morte….Pensando a certi momenti della nostra vita, possiamo far eco a
Pietro: Tu sei il Figlio del Dio vivente?
* ‘Tu sei Pietro….. A te darò le chiavi del regno…’*
Gesù non è venuto a portare nuove leggi, nuovi poteri, è venuto a
‘compiere’: E portare a compimento è servizio d’Amore. E’ venuto Gesù
di Nazareth a dare le chiavi , qui a Pietro e più avanti a tutti i
discepoli, per legare e sciogliere. Stupenda questa ‘grazia’ o chiave di
legare il male, o meglio, di far sì che sia a servizio del bene, stupenda
questa ‘grazia’ o chiave di aprire le porte del per-dono, di essere
esperienza di trasfigurazione anche nelle realtà più squallide, più
bloccate dell’uomo.
Nessuno tolga a Pietro le chiavi di ‘confermare nella fede’ e di
‘presidenza nella carità’ dalla ‘cattedra di servizio d’Amore’. (fratel
Tommaso)